Spulciando un po’ di statistiche sul sito Google Trends, un servizio che tiene traccia delle parole inserite nel motore di ricerca di Google, un dato mi è saltato all’occhio: le ricerche della parola “mago” si sono più che dimezzate negli ultimi 10 anni.
Certo c’è da tenere in considerazione l’imporsi dei social network che, a torto o a ragione, hanno in parte soppiantato i sempre validi motori di ricerca. Una buona fetta di internauti ormai utilizza facebook per ricerche locali di maghi per eventi privati, e questo potrebbe falsare un po’ la statistica. Ma il posto per eccellenza dove cercare informazioni rimane sempre la rete. Ed è lì che l’interesse sta calando.
E allora la colpa, se di colpa si può parlare, di chi è?
Di certo la televisione non aiuta. Le apparizioni dei maghi in tv sono sempre più rare. E quando finalmente ci si ricorda della magia, le ospitate si limitano a brevi momenti in cui il mago è chiamato ad arrivare subito al dunque. E sulla stessa falsa riga sono nati i format televisivi dedicati interamente alla magia attualmente in programmazione. Personaggi (uno su tutti Dynamo) ripresi ad effettuare numeri di magia tra la gente secondo il solito canovaccio: esecuzione del numero, reazione della gente. Punto.
Per carità, nulla contro Dynamo e la street magic, quella vera, fatta senza complici e tagli televisivi, ma la storia, il racconto che spesso è (o dovrebbe essere) alla base di uno spettacolo, la capacità non comune creare atmosfera, fondendo magari più tecniche ed effetti, è sempre sacrificata sull’altare dei 3 minuti televisivi. Non si crea la cultura dello spettacolo, del raccontare una storia attraverso effetti magici e ciò alla lunga non genera interesse nel pubblico.
3 minuti sembrano alla portata di tutti. E allora spesso ti ritrovi a assistere a spettacoli fatti da “3 minuti” incollati uno dietro l’altro.
Stai a vedere che se la gente non cerca i maghi su internet, allora la colpa non è proprio dei maghi?
Blog del Mago Mergellino
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